carte siciliane Braille

Carte Siciliane in Braille

Si tratta di una innovativa scrittura braille trasparente indelebile e non punzonata così da giocare ad armi pari con gli amici vedenti.

Viene riportato in Braille il numero (senza segna numero) e l’iniziale del seme.

Il numero e l'iniziale del seme vengono riportati su due angoli di ogni carta, in alto a sinistra ed in basso a destra.

Eccellente resistenza del punto, ottima durata nel tempo.

 

Il mazzo è composto da 40 carte e permette di giocare a numerosi giochi, come briscola, scopa, e grandi classici perfetti per trascorrere il periodo natalizio come sette e mezzo, saltacavallo e tanti altri…..


carte siciliane in Braille
 
carte siciliane in Braille

Giochi con le carte siciliane
Sono numerosi i giochi che si possono fare con le carte siciliane. 

Oltre a quelli diffusi a livello nazionale (scopa e briscola su tutti), infatti, ve ne sono diversi tipicamente regionali. Uno di questi è certamente il Cucù, in cui le carte hanno valore ‘analogico’ dall’1 al 10. Il mazziere gira una carta coperta ad ogni giocatore; questi, dopo averla vista, può deciderla se passarla ad un altro, alla sua destra. Chi ha ricevuto il re, gira la carta e ‘blocca’ il passaggio da parte del giocatore alla sua sinistra e dichiara il ‘Cucù’. Terminato il giro, le carte vengono scoperte e chi ha quella con il valore più basso perde e paga un pegno (una ‘posta’). Piuttosto diffusa è anche la versione con il “morto”, ossia il giocatore che ha perso tutte le poste (in genere tre) rientra se riesce a farne parlare un altro ancora in gioco.

Altro gioco di radicata tradizione in Sicilia è il Ti vitti, espressione dialettale che significa “ti ho visto”. Si gioca in due o più persone ed ha regole molto semplici. Il mazziere distribuisce a ciascun partecipante un uguale numero di carte coperte che formano un mazzetto; il giocatore non può guardarle né modificarne l’ordine ma deve soltanto tenerle coperte. Lo scopo del gioco è finire le proprie carte prima degli altri. Il gioco comincia con un giocatore che scopre una carta dalla cima del proprio mazzo. Se si tratta di un asso, va messa al centro del tavolo e ogni giocatore dovrà ‘posare’ una carta dello stesso seme per creare una scala fino al 10 (re). Se non è possibile poggiare la carta sul mazzo centrale, lo si può poggiare su quella scoperta sopra il mazzo di un altro giocatore, a patto che la propria carta sia dello stesso seme e maggiore di un’unità. Ad esempio, se un avversario ha il quattro di coppe ‘scoperto’, un giocatore può poggiarvi sopra il cinque di coppe. Infine, si può menzionare anche il “cavazzuddu”, una sorta di corsa dei cavalli. Vengono allineate le quattro carte raffiguranti i cavalli(sui quali si può scommettere) e affiancati ad una fila di carte incolonnate sul tavolo. Ogni carta avanza di una posizione (ossia di una carta) in base al seme della carta scoperta dal mazziere di volta in volta: se, ad esempio, viene calata una carta di spade, il cavaliere di spade avanza di una posizione. Finite le carte del mazzo, si girano quelle incolonnate sul tavolo nel caso in cui sia necessario per decretare il vincitore.