sedute

CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO 25

SEDUTA (Straordinaria) del 20 FEBBRAIO 2019

PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PORRELLO

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Ufficio di Presidenza

Presidente: Leodori Daniele

Vicepresidenti: Cangemi Giuseppe Emanuele; Porrello Devid

Consiglieri Segretari: Di Biase Michela; Giannini Daniele; Quadrana Gianluca

Gruppi consiliari

Partito democratico: Pd (c.g. Buschini Mauro); Movimento 5 stelle: M5s (c.g. Lombardi Roberta); Forza Italia: FI (c.g. Aurigemma Antonio); Lega: Lega (c.g. Tripodi Orlando); Fratelli d’Italia: FdI (c.g. Ghera Fabrizio); Lista Civica Zingaretti: LcZ (c.g. Bonafoni Marta); Centro Solidale - Demo.s: CsD (c.g. Ciani Paolo); Lazio 2018: Laz18 (c.g. Parisi Stefano); Liberi e Uguali nel Lazio: LeU (c.g. Ognibene Daniele); Noi con l’Italia: NcI (c.g. Maselli Massimiliano); +Europa Radicali: +Eu (c.g. Capriccioli Alessandro); Sergio Pirozzi Presidente: SPP (c.g. Pirozzi Sergio); Misto: Misto (c.g. Cavallari Enrico).

 La seduta inizia alle ore 14,27

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PORRELLO

PRESIDENTE. Buon pomeriggio. Apriamo la seduta del Consiglio regionale n. 25. Diamo avvio ai lavori.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sarà assente nella seduta odierna perché impegnato in attività istituzionali e, ai sensi dell’articolo 34, comma 5, del Regolamento dei lavori del Consiglio, sarà computato come presente ai fini della fissazione del numero legale.

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Punto 1.

Emergenza ambientale nella Valle del Sacco

Relazioni

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: Emergenza ambientale nella Valle del Sacco.

Tra i firmatari della richiesta dell’odierno Consiglio straordinario abbiamo il consigliere Righini, a cui lascio la parola per l’introduzione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Righini. Ne ha facoltà.

RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente. Spero che, durante il mio intervento l’Aula non dico si riempia, perché è cosa sempre più rara, però il tema trattato è tale che credo meriterebbe maggiore attenzione da parte di tutti, in particolare dei firmatari della richiesta.

Questo Consiglio, peraltro, scaturisce, oltre che dalla richiesta a cui il Presidente faceva riferimento, anche da una volontà scaturita in occasione di un’audizione richiesta dal Gruppo di Fratelli d’Italia sul tema dell’emergenza della Valle del Sacco, audizione che si è tenuta nei primi giorni del mese di dicembre con la seduta congiunta delle Commissioni presiedute dai colleghi Novelli e Cacciatore, che ringrazio anche per il lavoro svolto in quell’occasione.

L’obiettivo, così come è accaduto durante l’audizione, è quello di cercare, Presidente, di accelerare, semplificare e fornire risposte a un territorio che ne ha grande bisogno. Non c’è nessun intento polemico, non c’è nessuna volontà di strumentalizzare, perché temi di questa importanza non possono e non meritano una strumentalizzazione.

Abbiamo appreso, in occasione dell’audizione, delle importanti e ingenti risorse stanziate per affrontare quell’emergenza, riteniamo che sia ora di concretizzare tutto questo lavoro che negli anni ha visto tutti impegnati, anche alla luce della situazione che continua a destare allarme nella popolazione. L’audizione scaturì dal fatto che in quell’occasione in quei giorni il fiume Sacco si era riempito di una schiuma: sembrava una grande vasca da bagno dove qualcuno aveva rovesciato del sapone. L’intero fiume Sacco passò agli onori della cronaca anche nazionale per le condizioni evidenti di livello di inquinamento, ormai insostenibile.

La storia della Valle del Sacco, comunque, è una storia lunga, antica, che inizia molti anni fa, quando fu perimetrato un SIN, peraltro l’unico SIN del Lazio, quindi lì si devono concentrare attenzioni particolari. Le risorse ci sono, c’è uno stanziamento di oltre 50 milioni di euro, ci sono le competenze, ci sono le conoscenze, ormai è stato perimetrato interamente il SIN, che va dal Comune di Colleferro fino al Comune di Falvaterra nella provincia di Frosinone, attraversa importantissimi distretti industriali, che ovviamente sono la ragione dell’inquinamento di quelle aree, dove per anni è stato consentito uno sversamento. Non c’era questa sensibilità ambientale, non c’era l’attenzione che oggi si rivolge alla tutela non solamente delle acque del fiume Sacco, perché le esondazioni, data ovviamente la prossimità di molti terreni rispetto al fiume stesso, hanno determinato un inquinamento dei terreni, oltre a una concentrazione di industria anche pesante, che ovviamente ha inquinato anche l’aria, e la presenza di PM10 al di sopra dei valori consentiti dalla legge in particolare nell'area di Frosinone e di Ceccano, il che rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione.

L’obiettivo di oggi, quindi, qual è, Presidente? È quello di lavorare tutti quanti insieme per la redazione di un cronoprogramma per cominciare a dare risposte e certezze non solamente ai cittadini, ma anche alle Amministrazioni, che sono da anni impegnate a lavorare con i mezzi di cui dispongono. In occasione del fenomeno che si è verificato nel fiume Sacco della presenza di schiuma, il Sindaco del Comune di Ceccano ha attivato la Polizia locale, che ha effettuato sopralluoghi, ha individuato successivamente, insieme all’Arpa, da dove provenissero quegli scarichi, ha svolto anche funzioni di polizia giudiziaria rispetto all’individuazione delle ragioni che hanno determinato quella situazione incresciosa.

Credo che tutte queste Amministrazioni che ricadono all'interno della perimetrazione SIN meritino una maggiore attenzione, meritino risposte, e ovviamente unitamente ad esse i cittadini e le tante associazioni ambientaliste, che da anni si battono per cercare di cominciare un percorso virtuoso che porti alla bonifica. Noi dobbiamo restituire quelle aree ad una maggiore salubrità. È un percorso complesso e difficile. Peraltro, si apprendono anche notizie che preoccupano, perché pochi giorni fa è stata autorizzata una nuova industria, un nuovo impianto. La famosa vicenda legata alla Tecno Fusti Sud mi sembra che sia giunta a conclusione. Anziché cominciare a diminuire il carico inquinante che afferisce al fiume Sacco, c’è ancora la possibilità che si rilascino autorizzazioni.

Io spero che fino al giorno in cui questa situazione non tornerà a dei valori accettabili rispetto ai livelli di inquinamento che vive oggi, ci sia una moratoria anche rispetto alla possibilità di avviare nuovi insediamenti produttivi. Lo dico convintamente, pur nella consapevolezza che ci sono richieste che ovviamente, se rispondono ai requisiti di legge, meritano di essere accolte e ovviamente non si vuole limitare in alcun modo la libera iniziativa imprenditoriale, che spetta a chiunque.

Tuttavia, è chiaro che lì la situazione è diventata tale per cui va prestata attenzione e, parallelamente, quanto meno rispetto all’insediamento di nuovi centri e attività produttive, spero che si sviluppi la bonifica e una maggiore attenzione e verifica di coloro che beneficiano di autorizzazioni e di rilasci di concessioni per lo scarico in fogna e che ci sia un maggior potenziamento degli impianti di depurazione.

Qualche settimana fa con l’assessore Manzella abbiamo affrontato il tema dei consorzi industriali. C’erano delle risorse importanti. Tra gli investimenti presentati dai due consorzi della Provincia di Frosinone, quello di Anagni e quello del sud della Provincia di Frosinone, c’era un progetto che il consorzio di Anagni voleva sviluppare nel Comune di Ceccano per il potenziamento di un impianto di depurazione, ma c’è stato qualche problema di carattere progettuale. Sono sicuro che l’assessore Manzella non appena la documentazione verrà completata chiederà le risorse per poter finanziare anche quegli interventi.

Tutti questi investimenti che vanno nella direzione del potenziamento e del miglioramento della qualità di depurazione, della bonifica delle aree, delle migliori condizioni dell’ambiente nella Valle del Sacco credo che siano dovute.

A tal fine abbiamo anche predisposto – immagino non solamente noi, ma molti Gruppi – degli ordini del giorno. Spero che ci sia sintesi e spero che ci sia condivisione anche rispetto ai temi posti. Noi esamineremo gli ordini del giorno prodotti dagli altri Gruppi politici con spirito assolutamente positivo, Presidente.

L’obiettivo è quello quindi di avviare le procedure, perché gli oltre 50 milioni di euro vengano spesi bene, il SIN cominci a fornire risposte anche alle amministrazioni, oltre che ai cittadini, e poi la Regione svolga un ruolo da protagonista. Mi fa piacere che sia presente qui oggi l’assessore D’Amato, perché anche il tema della salute dei cittadini in quelle aree porti, ad esempio, a rivedere l’organizzazione della rete territoriale della sanità nella Provincia di Frosinone, attraverso un potenziamento degli ospedali di Colleferro, dando finalmente qualche risposta all’ospedale di Anagni, che è attesa da anni, oltre a riempire di qualche contenuto in più la Casa della salute di Ceccano.

Io credo che queste siano le due grandi sfide: la bonifica dell’ambiente e il potenziamento della rete sanitaria nella Provincia di Frosinone o comunque nelle aree che afferiscono ai Comuni perimetrati nel SIN della Valle del Sacco, perché credo che faremo un’operazione sicuramente meritoria.

Occorrono, quindi, un cronoprogramma e un tavolo che verifichi periodicamente, Presidente. Questo è importante, perché altrimenti rischiamo di accendere oggi i riflettori su un’emergenza ambientale, di dimenticarla nei giorni futuri e di tornare a discutere quando si riverificherà l’ennesimo disastro ambientale in quell’area. Noi dobbiamo invece fare un’operazione diversa e dobbiamo iniziare un percorso virtuoso che ci porti a monitorare costantemente e periodicamente gli obiettivi raggiunti. La priorità, quindi, è quella di stabilire un cronoprogramma, che preveda gli interventi, ovviamente partendo dalle emergenze più evidenti, quali il controllo degli scarichi, qualche bonifica di aree dove si sa che ci sono depositi e siti inquinanti. Dopodiché, si dovrà fare un’attività diversa, che è quella di potenziare ovviamente tutti gli impianti industriali al fine di limitare il potenziale inquinante che essi generano.

Credo che questo lo si possa fare in tempi rapidi. Nel nostro ordine del giorno sono contenuti questi elementi, ma come dicevo prima è un documento che rimettiamo all’Aula, nella più totale disponibilità alla sua discussione. Non credo che siano questi né il momento né il luogo dove immaginare come risolvere da qui ai prossimi dieci anni il problema dell’emergenza della Valle del Sacco.

L’obiettivo di oggi è iniziare un percorso, codificarlo e stabilire un cronoprogramma, nella consapevolezza che è stato prodotto, negli anni, un tale disastro che oggi è necessario molto tempo per recuperarlo. Che però inizi, questo percorso: ci sono le risorse, stabiliamo un cronoprogramma, e periodicamente verifichiamone l’attuazione. Adesso sono già trascorsi molti anni. Sono anni già che noi discutiamo dettagliatamente del fatto che ci sono le risorse, che è un’emergenza, che va affrontata, perché i primi episodi, come l’avvelenamento di bestiame che avvenne, mi sembra tra Colleferro e Valmontone di alcuni anni fa, fu uno dei primi segnali, ma sono trascorsi molti anni e non sono arrivati i risultati.

Questo percorso, allora, credo che vada avviato per fornire, lo ripeto, risposte anche alle amministrazioni che soffrono anche un po’ di isolamento e di solitudine rispetto ad un tema talmente importante e impegnativo, da un punto di vista legislativo-ambientale, e la Regione deve garantire questo supporto.

Ovviamente, il ministero farà la sua parte, ma non può avere un contatto diretto. Io credo che la mediazione della Regione per avviare questo percorso sia decisiva. Confidiamo quindi nella volontà, e immagino di interpretare anche il pensiero di tutti i Gruppi di centrodestra, perché abbiamo condiviso anche questa richiesta con le firme di tutti, la necessità di avviare questo percorso virtuoso per affrontare questo problema, nella consapevolezza che la sua soluzione è lontana, ma se non iniziamo quanto prima questa attività credo che il risultato sarà drammatico per la salute dei cittadini, per il futuro delle aziende e per il benessere della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Valeriani. Ne ha facoltà.

VALERIANI, Assessore. Grazie, Presidente. È un tema molto delicato e molto importante. Ringrazio il consigliere Righini anche per il modo puntuale con cui ha introdotto questa discussione.

La Giunta a questo appuntamento si è presentata, come vedete, in modo molto serio, con più Assessorati presenti per le varie competenze assessorili. Mi auguro quindi che alla fine di questa discussione possa esserci anche una condivisione sugli ordini del giorno, sui documenti. Questo me lo auguro fortemente. Penso che il tema della bonifica della Valle del Sacco sia un tema che debba necessariamente unire e non dividere.

Intanto, una notizia importante e positiva, introduco così il mio intervento. Nei prossimi giorni verrà firmato l’accordo di programma tra la Regione Lazio e il ministero dell’ambiente, con cui l’amministrazione regionale diventerà il soggetto gestore dei fondi disponibili, attuatore di tutti gli interventi per la caratterizzazione, la messa in sicurezza, le analisi del rischio e la bonifica della Valle del fiume Sacco. Attraverso questo strumento sarà finalmente possibile mettere a sistema tutte le risorse ancora disponibili, circa 40 milioni di euro, così da portare a termine le varie misure pianificate per il risanamento ambientale del sito di interesse nazionale.

Per l’attuazione delle misure previste sono stati stanziati complessivamente 53,6 milioni di euro, di cui, spesi, circa 13,6 milioni. In particolare, i fondi sono ripartiti fra ministero dell’ambiente (16,3 milioni), Patto per il Lazio (16,3 milioni in disponibilità della Regione). Ci sono 10 milioni di euro stanziati nel 2015, dalla legge di stabilità 208, di cui spesi quasi 8 milioni di euro. Esistono poi i fondi ex contabilità speciale, di cui era titolare l’ex Ufficio commissariale della Valle del Sacco e confluiti poi nel bilancio regionale con destinazione vincolata da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri: 11 milioni di euro, di cui spesi 6 milioni.

In particolare, dei 10 milioni previsti dalla legge di stabilità finora sono stati spesi 4 milioni per la caratterizzazione delle aree agricole limitrofe al fiume Sacco, 2 milioni di euro per il monitoraggio delle acque per uso potabile, irriguo e domestico, circa un milione di euro per la realizzazione del programma di valutazione epidemiologica dei Comuni della Valle del Sacco.

In merito agli 11 milioni della ex contabilità speciale, invece, sono stati investiti circa 6 milioni di euro. Questi fondi sono interamente destinati all’attuazione e al completamento degli interventi già programmati per l’area industriale di Colleferro.

La fase di indagine ambientale, come la caratterizzazione delle aree e l’analisi del rischio, è fondamentale per valutare le necessarie azioni di ripristino ambientale e la loro quantificazione economica. Tutti gli interventi, inoltre, sono stati predisposti sulla base di una progettazione di fattibilità tecnica ed economica con l’obiettivo di individuare le varie fasi dell’intero procedimento di bonifica: indagini ambientali preliminari, piani della caratterizzazione eccetera.

Pertanto, con la prossima firma dell’accordo di programma sembrano arrivare ad una conclusione le varie procedure amministrative che si sono susseguite durante l’annosa vicenda della Valle del Sacco. Negli ultimi decenni, la produzione di sostanze chimiche nei complessi industriali di quel territorio è stata accompagnata dalla formazione di ingenti quantità di residui di lavorazione, il cui smaltimento ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi un elemento di forte impatto ambientale.

Il fiume è stato il veicolo per la contaminazione dei terreni limitrofi attraverso esondazioni e mediante irrigazione dei terreni con le acque fluviali, favorendo così diverse criticità ambientali, con rilevanti implicazioni per la salute delle popolazioni residenti.

Questa situazione ha comportato, nel 2005, la dichiarazione dello stato di emergenza con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri per i territori dei Comuni di Colleferro, Segni, Gavignano, Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino, a causa del rilevamento di concentrazioni di inquinanti in alcuni campioni di latte superiori al livello consentito dalla normativa comunitaria. Lo stato di emergenza veniva poi esteso, nel 2010, ai territori dei Comuni di Frosinone, Patrica, Ceccano, Castro dei Volsci, Pofi, Ceprano e Falvaterra.

Con le ordinanze della Presidenza del Consiglio, nel 2005 il presidente della Regione è stato nominato commissario delegato per l’emergenza ambientale e sono stati definiti i compiti e l’organizzazione dell’ufficio commissariale, oltre a essere state individuate le risorse economiche necessarie per i primi interventi.

In particolare, sempre nel 2005 il territorio del Bacino del fiume Sacco interessato dall’emergenza ambientale è stato inserito tra i siti di bonifica di interesse nazionale. Il commissario delegato ha provveduto ad avviare una prima serie di interventi, di cui do lettura: perimetrazione dell’area industriale del comprensorio industriale di Colleferro, che interessava un’estensione di circa mille ettari, e altri 700 ettari di territorio destinato all’uso zootecnico e all’uso agricolo; predisposizione delle misure di messa in sicurezza di emergenza per bloccare le principali vie di diffusione della contaminazione che nel tempo hanno causato, in ragione del progressivo accumulo delle sostanze tossiche, l’inquinamento del fiume Sacco e delle aree agricole limitrofe soggette a esondazione. Queste azioni, in alcuni casi hanno anticipato l’avvio della fase di bonifica, soprattutto per la falda acquifera compromessa.

C’è stata la definizione delle caratteristiche chimico-fisiche delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee e acque superficiali). Sono state attivate azioni di bonifica e messa in sicurezza permanente agendo in sostituzione e in danno dei soggetti obbligati. In particolare, l’ufficio commissariale ha provveduto alla bonifica del giardino della scuola elementare Barchiesi, a Colleferro Scalo, e al decommissioning dello stabilimento per la produzione di Benzoino e derivati e alla bonifica della matrice satura di Benzoino e derivati del sito Arpa1 attraverso la realizzazione di un sito di stoccaggio asservito alla bonifica Arpa1.

Sono state realizzate la pulizia del fosso e l’elaborazione del progetto definitivo per la messa in sicurezza permanente del sito Caffaro Chetoni-Fenilglicina e l’attivazione della procedura di gara per l’affidamento dei lavori di messa in sicurezza permanente del sito Arpa2 sulla base di un progetto definitivo approvato in conferenza dei servizi ed elaborato dall’Università di Roma «La Sapienza» su incarico dei soggetti privati proprietari.

C’è stato il completamento dei lavori per l’adeguamento dell’impianto di depurazione di Anagni al trattamento dei reflui industriali, e ancora l’erogazione dei contributi e gli indennizzi a sostegno del settore produttivo agrozootecnico maggiormente danneggiato dalla situazione emergenziale sulla base di uno specifico piano nonché la promozione di coltivazione di biomasse con i pioppi, destinata alla trasformazione agroenergetica. Le risorse complessivamente liquidate per contributi e indennizzi per il settore ammontano a oltre 10 milioni di euro.

Ci sono stati poi la presentazione del progetto di bonifica e reindustrializzazione dell’area di Colleferro, positivamente apprezzato dal competente ministero e inoltre il finanziamento del progetto di monitoraggio sulla salute della popolazione nell’area della Valle del Sacco, affidato alla ASL RME.

Nel contempo, i soggetti proprietari hanno realizzato le opere richieste dall’ufficio commissariale necessari alla bonifica dei corsi d’acqua limitrofi ai siti industriali. Lo stato di emergenza è stato prorogato ininterrottamente fino al 31 ottobre 2012. Successivamente, la Regione Lazio è stata individuata quale Amministrazione competente al coordinamento delle attività necessarie al superamento della situazione di criticità nella Valle del Sacco, nominando il Direttore regionale del Dipartimento Territorio responsabile degli interventi indicati in regime ordinario e titolare della contabilità speciale fino al 31 marzo 2016, per poi trasferire tale gestione contabile al bilancio regionale. Da giugno 2017, infine, le responsabilità amministrative sono state assegnate alla Direzione regionale Politiche ambientali, Ciclo dei rifiuti, Valutazioni ambientali e Bonifiche, competente per materia in via ordinaria.

In attuazione dei compiti normativamente conferiti, dal 2013 ad oggi la Regione Lazio sta completando gli interventi avviati durante il periodo del commissariamento e sta attivando le iniziative già programmate, con l’obiettivo di garantire in tempi certi il risanamento ambientale del territorio della Valle del Sacco, a tutela dei cittadini.

In particolare, l’Amministrazione regionale ha garantito la prosecuzione delle misure di messa in sicurezza di emergenza attivate nel corso del commissariamento per bloccare le fonti attive di contaminazione, affidando la gestione degli impianti ad imprese presenti nell’Albo nazionale dei gestori ambientali. Ha assicurato il prosieguo dell’indagine epidemiologica condotta dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario nazionale, affidata al Dipartimento della ASL RM/E nel biennio 2013-2014, a tutela della salute pubblica.

Sono state poste in essere le azioni necessarie per la chiusura dei procedimenti riguardanti la bonifica dei siti Benzoino e derivati dall’Arpa1, predisponendo in particolare tutti gli atti per la riconsegna delle aree oggetto di intervento e del sito di stoccaggio a seguito della bonifica ai soggetti proprietari.

Stanno per essere avviati i lavori di messa in sicurezza permanente del sito Arpa2, sulla base della progettazione definitiva approvata dal Commissario, per poi procedere con gli interventi di bonifica del sito Caffaro Chetoni-Fenilglicina, il cui progetto è già stato approvato in sede di Conferenza di servizi. Stanno, inoltre, per essere avviate le attività di caratterizzazione delle aree agricole limitrofe, oggetto di interdizione all’uso da parte del Commissario.

La Regione ha, infine, promosso un’attività di fitorisanamento e fitodepurazione finalizzata all’individuazione di progetti di ricerca pilota nel territorio del bacino della Valle del Sacco ed ha approvato gli avvisi pubblici per la ricognizione degli interventi a sostegno delle aziende agricole del territorio, destinatarie di provvedimenti di perimetrazione dei terreni, conformemente al programma di indennizzi già approvato e avviato dall’ex Ufficio commissariale. L’istruttoria delle domande presentate dalle aziende interessate è in fase di conclusione e si procederà in tempi brevi alla liquidazione degli indennizzi.

In tale contesto si è inserita anche la questione del sito di bonifica di interesse nazionale Valle del Sacco. Con decreto ministeriale, infatti, il Dicastero dell’ambiente ha stralciato il SIN Valle del Sacco dagli elenchi dei siti di bonifica di interesse nazionale. La Regione ha prontamente impugnato questo decreto di fronte al TAR, che con sentenza ha disposto il reinserimento del Bacino del fiume Sacco tra i siti di bonifica di interesse nazionale. Quindi, grazie alla nostra iniziativa è stato ripristinato il SIN della Valle del Sacco. L’Amministrazione regionale ha, inoltre, evidenziato l’esistenza di due perimetri con un’unica legge istitutiva, che non consentivano una visione completa e omogenea dell’intero territorio.

Il Ministero dell’ambiente, alla luce delle osservazioni presentate, ha incaricato la Regione e l’Arpa a presentare un nuovo perimetro, che dopo cinque revisioni è passato al vaglio della Conferenza di servizi ministeriale.

La Regione, sempre nello spirito di totale e leale collaborazione tra tutti gli Enti, ha supportato le diciannove Amministrazioni comunali, con l’obiettivo di consentire ai soggetti presenti sul territorio di predisporre istanze di modifica debitamente motivate. Contemporaneamente, ha svolto anche una serie di incontri pubblici di comunicazione ambientale a favore di associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e comitati.

Il Ministero dell’ambiente ha, quindi, recepito le varie osservazioni e, successivamente, ha approvato il nuovo perimetro. Ci sono voluti tre anni di lavoro per arrivare alla nuova e omogenea perimetrazione, che comprende il territorio di diciannove comuni: Anagni, Arce, Artena, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Colleferro, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Gavignano, Morolo, Paliano, Pastena, Patri, Pofi, Segni, Sgurgola e Supino.

Dopo l’approvazione del perimetro, il Ministro dell’ambiente ha chiesto alla Regione Lazio l’individuazione dei primi interventi di natura pubblica o sostitutivi in danno. Pertanto, l’Amministrazione regionale ha richiesto formalmente ai diciannove Comuni che ho prima citato di presentare le proprie istanze sui diversi siti interessati.

Come ho detto in apertura, nei prossimi giorni si arriverà alla firma di questo accordo di programma tra noi e il ministero dell’ambiente. Questo strumento consentirà finalmente di mettere a sistema tutte le risorse che ancora sono disponibili, pari a circa 40 milioni di euro, così da portare a termine i vari interventi pianificati per la messa in sicurezza e la bonifica ambientale di questo territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Manzella. Ne ha facoltà.

MANZELLA, Assessore. Gentili Consiglieri, cercherò in questo breve intervento di darvi il quadro giuridico all’interno del quale si muove la Regione Lazio nell’area della Valle del Sacco dal punto di vista dello sviluppo economico e lo stato di attuazione degli interventi.

La premessa è che si tratta di un’area a competenza condivisa, nel senso che c’è un convergere di azioni statali e regionali. Il presupposto è quello dell’essere un’Area di crisi industriale complessa ai sensi della legislazione nazionale.

La legge n. 181 del 1989, legge nata per la siderurgia ma progressivamente ampliatasi ad altri comparti, ha infatti previsto la possibilità che alcune aree del territorio regionale, in virtù di caratteristiche e di difficoltà che non erano risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza regionale, fossero ritenute di interesse nazionale.

Laddove si fossero riscontrati i requisiti della crisi di una o più grandi imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto o della grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione sul territorio, il Ministero cura l’attuazione di politiche e programmi di reindustrializzazione. In particolare, l’azione dello Stato prevede: investimenti produttivi a carattere innovativo, riqualificazione delle aree interessate, formazione del capitale umano, riconversione delle aree industriali dismesse, recupero ambientale ed efficientamento energetico dei siti.

Lo strumento attraverso il quale tutti questi interventi vengono definiti e attuati è l’accordo di programma, che adotta uno strumento che si chiama PRRI, Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale, che disciplina tutti gli interventi: quelli delle amministrazioni, quelli delle Regioni, quello degli enti locali, quelli dei soggetti pubblici e privati coinvolti. Questo, dunque, è il quadro.

In attuazione delle indicazioni normative, la Regione Lazio nel settembre del 2016 ha chiesto al MISE il formale riconoscimento del sistema locale del lavoro di Frosinone quale Area di crisi industriale complessa. È un sistema del lavoro che interessa 46 Comuni, di cui 37 nella Provincia di Frosinone e nove nella Provincia di Roma. Di questi, diciassette sono ricompresi all’interno del SIN “Bacino del fiume Sacco”.

Dopo questa richiesta, nello stesso mese di settembre 2016 è arrivato il riconoscimento dell’area di crisi industriale. Nel febbraio 2017 il MISE ha nominato un gruppo di coordinamento e controllo sull’area di crisi, in cui ci sono il Ministero, l’ANPAL, la Regione Lazio, la Provincia di Frosinone, il Comune di Colleferro e Invitalia.

Il gruppo ha valutato e approvato una proposta di piano di riconversione e riqualificazione dell’area di crisi con l’aiuto di Invitalia, che è stato presentato il 4 aprile 2018. Questo lavoro contiene un’indicazione delle zone interessate dagli interventi di reindustrializzazione.

A questo punto ci sono due azioni concorrenti: la prima si svolge sul piano regolatorio e la seconda sul piano degli incentivi all’impresa. Dal punto di vista delle regole, è previsto un protocollo per velocizzare le procedure di avvio delle bonifiche industriali nelle aree interessate dagli investimenti, per snellire le procedure e permettere alle imprese di realizzare le bonifiche propedeutiche agli investimenti in tempi ragionevoli. Il primo punto d’attacco, quindi, è rendere più semplici le norme e i procedimenti relativi alle bonifiche propedeutiche agli investimenti. Si è attivato il 21 aprile 2018, ma a tutt’oggi il Ministero competente non ha ancora convocato la riunione ed è nostro intendimento quello di risollecitare, dopo i solleciti del MISE, la convocazione di questa prima riunione del gruppo di lavoro.

Sul piano degli incentivi, invece, destinati alle imprese che investono in questo territorio, ci sono principalmente due strumenti. Il primo è quello delle risorse statali previste dalla legge 181. Sono stati in particolare dedicati 10 milioni di euro per la promozione di iniziative imprenditoriali, realizzate da società. L’avviso è stato pubblicato il 24 gennaio, sono delle risorse statali, ed è aperto alle imprese interessate fino al 30 aprile del 2019.

Per quanto riguarda invece il contributo regionale, è stata prevista una riserva del 20 per cento su tutti i bandi della programmazione regionale di sviluppo economico: cioè, il 20 per cento è destinato alle imprese che investono nelle aree di crisi industriali complesse.

In aggiunta, ci sono dei risparmi per 3,4 milioni di euro destinati al Lazio, sulla base di programmi nazionali, dei quali stiamo verificando la possibilità di un utilizzo nell’ambito degli accordi di programma. Come vedete, quindi, è un combinarsi di iniziative sul piano della regolamentazione e sul piano degli incentivi.

Noi come amministrazione regionale stiamo da un lato sollecitando i ministeri competenti per attivare il protocollo e dall’altro lato, all’interno degli spazi attivi, in particolare nei due che insistono sull’area, cioè Ferentino e Colleferro, stiamo dando un servizio di assistenza alle imprese che sono interessate ad investire in quel territorio, a valere sui 10 milioni di euro. È quindi una vicenda che stiamo seguendo sia dal punto di vista regolatorio, sia dal punto di vista – è un argomento che era stato toccato questa mattina – dell’assistenza alle imprese che potenzialmente potrebbero investire nel territorio.

PRESIDENTE. Adesso lasciamo la parola per la parte ambiente all’assessore Onorati.

Ha chiesto di parlare l’assessore Onorati. Ne ha facoltà.

ONORATI, Assessore. Buonasera a tutti, grazie Presidente.

Mi scuso per la voce un po’ fioca, però do lettura anch’io di una relazione, a completamento anzitutto di un intervento illustrativo da parte del consigliere Righini, che ci porta e ci ha portato ad affrontare in maniera sinergica, come facciamo sempre, questo tema che riguarda la Valle del Sacco, e a completamento di tanti spunti e di tante analisi già ben rappresentati dal mio collega, assessore Valeriani, che ha esplorato a 360 gradi.

Il mio magari sarà un intervento in cui focalizzare gli aspetti legati alla qualità dell’aria e gli aspetti dell’agricoltura, cui ha fatto già cenno il mio collega Valeriani nel suo intervento molto esaustivo e completo. Vorrei inserire ovviamente qualche precisazione in più rispetto alla discussione di questo tema che ci porta ad affrontare, ripeto, in termini interassessorili e multidisciplinari, sicuramente uno dei SIN e dei siti più importanti e delicati della nostra Regione.

Rispetto alla qualità dell’aria, la verifica che ci ha portato ad una valutazione preliminare, quella che io ho a disposizione per l’anno 2018, rispetto ai limiti previsti dal decreto legislativo 155 del 2010, ha permesso di evidenziare come ci siano delle criticità per la Valle del Sacco, rispetto ai temi della qualità dell’aria, sia sui parametri relativi in particolare al PM10 che su quelli del NO2 il biossido d’azoto. In particolare, però, per quanto riguarda il primo, il PM10, abbiamo, nelle varie stazioni di rilevamento, numerosi superamenti dei massimali previsti per legge.

Il numero dei superamenti del limite giornaliero risulta superiore al valore consentito dalla norma nelle postazioni soprattutto di Cassino, Ceccano, Colleferro, e Frosinone Scalo. Per il biossido d’azoto, il superamento registrato è per Frosinone Scalo.

I superamenti per questo territorio della Valle del Sacco, ma in generale, rispetto a questi parametri qualitativi dell’aria, sono riconducibili a delle attività e a delle azioni: riscaldamento domestico alimentato a combustibili solidi, biomasse, bruciamenti, derivanti soprattutto dall’agricoltura, emissioni da traffico veicolare industriale e le emissioni dai camini industriali.

Incidono altresì su queste emissioni e attività dell’uomo, le condizioni orografiche e meteoclimatiche a contorno, che favoriscono, durante la stagione invernale e in condizioni di stabilità atmosferica il permanere di questi strati bassi dell’atmosfera e degli inquinanti, in particolare appunto del PM10.

È proprio sempre di novembre 2018 l’accordo di programma, di cui vi farò una sintesi, firmato dal Presidente Zingaretti e dal Ministro Costa, accordo con misure dedicate per la Regione Lazio al miglioramento della qualità dell’aria nella Valle del Sacco e nella Città di Roma e a Roma Città Metropolitana.

In data 15 novembre 2018, abbiamo sottoscritto, dopo aver dato indirizzo in Giunta il 30 ottobre, un accordo, tenendo conto dell’accordo di programma del 2017. Eravamo i secondi in Italia dopo quelli del bacino padano, che avevano già altresì esplorato e percorso questa strada assieme al ministero dell’ambiente.

La zona della Valle del Sacco presenta specifiche condizioni orografiche e meteoclimatiche che favoriscono, come vi dicevo, il permanere di questo inquinamento. Le misure che abbiamo visto e abbiamo esteso assieme al Ministero dell’ambiente stanno per entrare in adozione, e saranno quelle propedeutiche a quello, su cui vi aggiornerò, a cui stiamo lavorando: l’aggiornamento del piano di risanamento della qualità dell’aria.

Le misure di base che riguardano quest’accordo, la cui firma è recente, di qualche mese fa, riguardano: delle limitazioni e un controllo alla circolazione degli autoveicoli; la promozione di contributi per la sostituzione di veicoli inquinanti con veicoli a basso impatto ambientale; la promozione di interventi di realizzazione di carburanti alternativi, stazioni di ricarica di veicoli elettrici, infrastrutture e mobilità ciclopedonale; i divieti di installazione di generatori di calore con classi di prestazione emissiva inferiore alle tre stelle; le adozioni di provvedimenti di sospensione, differimento o divieto della combustione all’aperto di materiale vegetale nelle zone che presentano superamenti dei valori limite per il PM10 e l’NO2; la previsione, all’interno del nuovo piano della qualità dell’aria che è oggetto di aggiornamento, dell’utilizzo di fonti rinnovabili diverse dalla combustione a biomasse; la previsione, all’interno del nuovo piano della qualità dell’aria, e l’applicazione di pratiche finalizzate alla riduzione di emissioni generate dalle attività e dall’esercizio agricolo in questi territori; una programmazione dell’ampliamento delle zone del territorio regionale raggiunte da metanizzazione per il riscaldamento domestico.

Vedete come le misure siano, anche qui, interdisciplinari, e percorrano strade e indirizzino a obiettivi molto importanti rispetto alle misure già oggetto anche dell’aggiornamento che abbiamo in campo del piano di risanamento della qualità dell’aria.

Premetto che quest’accordo ci porterà, a fronte delle risorse già rappresentate dal mio collega Valeriani, fino a ulteriori 4 milioni di euro. Attendiamo gli esiti di discussione con il ministero, però nell’accordo è sancito come deriverà da questa firma un’opportunità finanziaria di risorse per mettere in campo queste azioni fino a 4 milioni di euro.

Quanto all’aggiornamento del piano di risanamento della qualità dell’aria, nel corso del 2019 prevediamo altresì di completare i lavori di redazione di questo piano con il documento del testo e le norme tecniche di attuazione. Il documento è fondamentale e complementare all’impegno preso con il ministero rispetto all’accordo quadro sul miglioramento della qualità dell’aria.

Si prevedranno degli incontri pubblici con tutti i portatori di interesse e con tutte le associazioni di categoria, commercio, industria, ambiente ed esercenti. Inoltre, sono state coinvolte tutte le strutture regionali per avere uno scenario di riferimento definitivo e un quadro ovviamente anche qui multidisciplinare, come vi dicevo, nell’approccio a questo piano, ma nella logica di esplorare tutte le implicazioni nei vari settori produttivi, abitativi, industriali e agricoli di questo territorio: convocare il tavolo tecnico con le province e l’Arpa Lazio per la definizione dei limiti alle emissioni degli impianti industriali; acquisire da Arpa Lazio un documento tecnico circa la valutazione meteorologica micrometeorologica delle aree a orografia complessa del Lazio, elemento importantissimo nell’analisi e nelle valutazioni che si fanno, proprio quella che è la condizione meteorologica e orografica di questa porzione di territorio. Poi il Piano di risanamento della qualità dell’aria, ovviamente, interviene su tutto il contesto regionale, quindi ha bisogno di questa cartografia e di questo documento tecnico per poter anche esplicare le sue azioni.

Inoltre è prevista l’acquisizione da parte di Arpa Lazio di una relazione tecnica e di un database delle emissioni del Lazio relative ai settori residenziale e terziario, industriale, traffico stradale, agricoltura e infine la definizione delle norme tecniche di attuazione per le misure di miglioramento della qualità dell’aria, il documento della valutazione ambientale strategica. Tutto questo a corredo, ovviamente, di un lavoro che si è iniziato a partire dal 2016 in questa Regione e che speriamo in questo anno possa portare ad approvare in Giunta questo documento e portarlo all’attenzione del Consiglio.

Rispetto, invece, al tema dell’agricoltura, ho da fare giusto una precisazione, considerato che ne ha parlato già il mio collega. Nel 2018, l’allora assessore Buschini ha promosso due bandi dedicati al settore agricolo e questi due bandi hanno avuto risposte in termini da parte di circa cinquanta aziende complessivamente. Le istruttorie, anche qui, in un’ottica interdisciplinare, hanno visto operare sia la Direzione Politiche ambientali sia la Direzione Politiche agricole dove adesso queste pratiche vanno incardinate, per permettere l’istruttoria e la valutazione dell’ammissibilità delle imprese che hanno candidato le loro realtà.

Si trattava di due progetti: uno è legato alla filiera foraggiera e alla produzione di coltivazioni che dovevano andare purtroppo non al consumo e all’indirizzo aziendale, ma che dovevano andare a smaltirsi; l’altro è legato ai pioppi, quelli che però non erano dentro il progetto Short Rotation Forestry che partì qualche anno prima, per l’installazione di questi pioppi. Sono due bandi di febbraio 2018 ai quali stiamo dando seguito e pensiamo e speriamo nei prossimi mesi di dare le risposte alle aziende che hanno fatto richiesta.

Vi preciso, altresì, che è stata anche incardinata e insediata al mio arrivo una Commissione tecnica di lavoro tra queste due Direzioni per capire quali altre fattispecie di aziende e di strutture agricole eventualmente hanno bisogno e necessità di avere riconosciuti degli indennizzi derivanti da questa presenza all’interno dell’area della Valle del Sacco, che non ha permesso a queste aziende di svolgere il proprio lavoro e di entrare con un prodotto sul mercato, ma magari di doverlo eliminare e smaltire. Qualche segnalazione ovviamente ci è arrivata e abbiamo chiesto a entrambe le Direzioni di avere un confronto tecnico per capire quali altre aziende eventualmente, dopo questi due bandi, hanno necessità di essere indennizzate.

Vorrei anche dare un aggiornamento rispetto alla mozione consiliare presentata a giugno 2018, che abbiamo accolto, che ha dato seguito a un lavoro che abbiamo già preliminarmente esplorato alla presenza mia, del collega Valeriani, del collega Manzella e del collega D’Amato, unitamente al consigliere e capogruppo Buschini e al consigliere Ciani, ci siamo anche preliminarmente visti e abbiamo anche avuto una corrispondenza, perché proprio da quella mozione è scaturita anche l’analisi, che è il lavoro che abbiamo restituito oggi all’Aula, in un’ottica di multidisciplinarità e di volontà di affrontare in questa multidisciplinarietà anche un’azione di tipo sinergico, condivisa ovviamente con il Consiglio e con i Consiglieri, che hanno manifestato e manifestano massima attenzione nel lavoro, nell’operato e nella gestione degli stanziamenti e degli accordi derivanti da queste dotazioni finanziarie che ci derivano dal bilancio sia regionale che statale.

Concludo, tanto non ho più nemmeno voce, ho concluso proprio, citando l’ultimo tema: è stato citato anche il tema della qualità delle acque. Noi abbiamo fatto un lavoro egregio, anche grazie all’aiuto e all’apporto di tutto il Consiglio, sul Piano di tutela delle acque regionali, che è lo strumento principe per indirizzare la Direzione e l’Arpa regionale nei monitoraggi e nella restituzione di tutto quello che è presente all’interno delle nostre acque superficiali regionali interne.

Quello a cui si fa riferimento, gli episodi avvenuti, sono pratiche illecite, che sono oggetto di indagine e per le quali i dati non sono in nostro possesso, ma l’Arpa è il soggetto deputato a fornirli alla magistratura, che, come avete anche appreso a mezzo stampa, ha iniziato un percorso per individuare gli autori di quello che prima di Natale ha portato a un fenomeno davvero deplorevole. Con le opportune denunce, stanno indagando la magistratura e gli organi preposti. Quello che posso riferire ovviamente non è riconducibile al piano di monitoraggio ordinario che la Regione fa, ma a un lavoro di Arpa a beneficio degli organi giudiziari, che su questo stanno facendo emergere le responsabilità. Vi riporto questo a completamento del quadro illustrato finora.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore D’Amato. Ne ha facoltà. Poi apriremo il dibattito.

 

D’AMATO, Assessore. Ringrazio i proponenti del Consiglio, che mi danno modo di illustrare ai Consiglieri e alla cittadinanza tutta lo stato dell’arte in riferimento sia alle deliberazioni assunte da questo Consiglio regionale sia alle mozioni intervenute.

Per quanto riguarda la popolazione residente nei diciannove Comuni del SIN, che sono stati ricordati, Artena, Colleferro, Gavignano, Segni, Anagni, Paliano, Sgurgola, Castro dei Volsci, Ceccano, Ceprano, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Morolo, Pastena, Patrica, Pofi, Supino e Arce, sono disponibili da pochi giorni dei dati relativi a cinque indicatori molto importanti. Il primo indicatore sono i dati relativi ai tassi di mortalità 2006-2017, che verranno aggiornati, per le 56 cause di morte per tutte le età e per genere. Il secondo indicatore è quello dei tassi di ospedalizzazione per il periodo 2006-2017, i dati sono derivanti dal sistema informativo ospedaliero. Il terzo dato è quello dell’incidenza dei tumori dal 2010 al 2017, un’incidenza di tassi standardizzata per 24 sedi tumorali, per età e per genere. Il quarto è la prevalenza e l’incidenza delle malattie croniche. Le quindici patologie che sono state considerate sono: diabete, BPCO, fibrosi polmonare, sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson, insufficienza renale, malattie infiammatorie croniche, morbo di Crohn, ipertensione, ipertiroidismo, ictus celebrale, infarto e polmonite. Il quinto indicatore è quello relativo alla salute materno-infantile, sempre per gli anni dal 2006 al 2016.

La novità sopraggiunta proprio in questi giorni, una novità importante, è che tutti questi dati sono disponibili on line sul sito “Stato salute Lazio” a tutti gli operatori, agli amministratori, ai cittadini, ai medici, ai pediatri. Sono interamente accessibili e anche interamente verificabili sia con l’incidenza nazionale che con la media di incidenza regionale. Credo che questo sia un elemento importante anche di trasparenza e che fornire dei dati di monitoraggio scientifici su questi indicatori sia altamente importante, da un lato per la sensibilità degli amministratori e dall’altro ovviamente per programmare tutte le attività necessarie.

Questo non è un lavoro che riguarda solo questi diciannove Comuni, ma è un lavoro che riguarda tutti i Comuni e tutta l’area della Regione Lazio, ma in particolar modo su questi Comuni oggi è a disposizione anche questo strumento, che ritengo importante.

La deliberazione che ricordavo, la 228, che prevede la sorveglianza sanitaria nei residenti della Valle del Sacco per un campione di popolazione che è costituito da 1.200 persone, di cui 600 residenti entro un chilometro dal fiume, nei Comuni della provincia di Roma, e 600 residenti nei Comuni della provincia di Frosinone.

Il programma, che è già stato attivato, prevede campagne periodiche della sorveglianza sanitaria ed epidemiologica attraverso il monitoraggio biologico del carico corporeo di β-HCH e di altri inquinanti organici, oltre a controlli di salute periodici di natura biennale.

Tutti i soggetti inclusi nel campione verranno inoltre monitorati in un follow up prospettico per quanto riguarda il loro ricorso ai servizi sanitari, ricoveri ospedalieri, sullo stato di vita e mortalità e le cause.

Ad oggi sono stati eseguiti due step della sorveglianza.…

PRESIDENTE. Scusate, per cortesia.

D’AMATO, Assessore. Ad oggi sono stati eseguiti due step della sorveglianza, su 600 soggetti residenti nella provincia di Roma, ed è in corso il primo step sui 600 soggetti inseriti nella provincia di Frosinone.

Inoltre, sono stati prodotti tre rapporti sugli effetti dell’esposizione al β-HCH sulla salute della popolazione sottoposta al programma di sorveglianza. Sono state prodotte stime degli inquinanti PM10 e PM2.5 per tutti i Comuni del SIN per il periodo 2006-2017.

Ecco, queste sono le principali indicazioni derivanti dagli atti e dalle delibere assunte dal Consiglio regionale, ma ovviamente sarà importante anche seguire la discussione e l’andamento del dibattito.

Dibattito

PRESIDENTE. Apriamo il dibattito ricordando che i tempi sono venti minuti per i Capigruppo e dieci minuti per tutti i Consiglieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

TRIPODI (Lega). Grazie, Presidente. Intanto ringrazio la Presidenza per aver accettato la richiesta e per aver convocato il Consiglio straordinario. Di questo ringrazio pubblicamente soprattutto la Lega di Frosinone, in modo particolare i giovani…

…Chiedo ai colleghi gentilmente di fare silenzio. Vi ho proprio dietro…

 …i giovani della Lega di Frosinone, che con grande senso civico e responsabilità stanno battagliando su questo grave problema e disastro ambientale che vive oramai da un decennio la Valle del Sacco.

Un problema molto importante, problema che non crea solamente inquinamento, e che anzi, oltre all’inquinamento, crea gravissimi problemi di salute. Le malattie che ha sottolineato anche prima l’Assessore sono veramente delle vere e proprie mannaie sulle famiglie che spesso devono piangere parenti e amici che muoiono, che ci lasciano la pelle, in virtù di quell’aria che insiste sul Frusinate e non solo.

PRESIDENTE. Per favore in Aula! Scusi, consigliere Tripodi. Per favore!

TRIPODI (Lega). Io sarò meno delicato del mio collega, perché penso che la politica abbia la sua responsabilità, ed è ora che questo venga fuori. Ci sta tutto un intervento che la Regione Lazio in primis non ha fatto su quel territorio, e una responsabilità oggettiva, quella del Consorzio industriale. Addirittura, oggi il Presidente di quel Consorzio industriale porta a farlo crescere quel percorso, quando su una situazione simile non ha fatto niente, non è intervenuto…

Io non ce la faccio, vi chiedo scusa…

PRESIDENTE. Il consigliere Tripodi ha ragione…, qua dentro…, io ripeto sempre le stesse cose, alla fine: se possiamo avere un attimo di riguardo nei confronti di chi interviene, sia esso un Consigliere sia esso un componente della Giunta, perché comunque stiamo celebrando un Consiglio richiesto da noi stessi. Se quindi abbiamo l’accortezza di poter un po’ di riguardo nei confronti di chi parla. Grazie.

Prego, consigliere Tripodi.

TRIPODI (Lega). Grazie, Presidente. Penso pure che sia un argomento veramente di importanza nazionale. La Valle del Sacco è la nostra Terra dei fuochi, la Terra dei fuochi del Lazio.

Purtroppo, dicevo, ci sono le responsabilità soprattutto politiche. Il Consorzio Industriale, dicevo, è uno di quelli che non ha controllato, che non ha fatto, che non ha gestito. Oggi si parla tranquillamente di bypass, aziende che hanno dei bypass che sversano direttamente nel fiume.

Di quello che è successo dobbiamo dire grazie, come dicevo all’inizio, per i primi interventi ai giovani della Lega, subito dopo è intervenuto il programma Le Iene, che ha messo in evidenza la reale situazione, ha messo in evidenza quello che succede nella Valle del Sacco, con la schiuma che si crea nel torrente, con la storicità che c’è stata, anche con la morte di venticinque mucche proprio subito dopo che avevano bevuto l’acqua.

Zone industriali e agricole importanti oggi non esistono più. Si è creata la morte di aziende, un disastro traumatico per tutto il Frusinate, ma anche per la provincia di Latina e di Roma, che sono ahimè coinvolte in questo contesto in virtù del passaggio di questo fiume e dei suoi affluenti.

Noi abbiamo chiesto questo Consiglio straordinario perché vogliamo entrare nel merito. Vogliamo anche collaborare. Penso e spero che il Governo cosiddetto giallo-verde stia dimostrando appunto che è più importante aiutare i cittadini, aiutare i territori, e non l’appartenenza politica. Venuta fuori questa situazione, fatte delle note ai vari sottosegretari e ai ministeri, questi sono subito intervenuti e hanno cercato una collaborazione con la Regione Lazio, e devo dire che l’hanno anche in parte trovata.

Qui c’è stato un vero e proprio fallimento della precedente Amministrazione Zingaretti. È ora che Zingaretti si prenda anche le responsabilità di decidere cosa fare con chi non è intervenuto prima. E prima parlavo non a caso proprio del presidente dell’ASI, dell’Ente industriale del frusinate.

Dobbiamo accelerare i tempi, perché in quelle zone non ce la fanno più. In quelle zone la gente è veramente esausta, è disperata. Proprio in virtù di alcune interviste che ci sono state proprio nelle trasmissioni, si è vista la disperazione di una madre, che a me ha fatto piangere, che diceva: “ho dovuto portare via i miei figli da qui, perché non so se avranno un futuro da vivi”, perché le malattie sono pesanti, malattie bronchiali, malattie di tumori nel cervello, malattie di tumori alla prostata e così via. Ci sono veramente dei risultati che gridano vendetta.

Non possiamo stare fermi, non dobbiamo stare fermi. Dobbiamo cercare veramente di andare sul territorio e dare una risposta, ma dobbiamo anche accelerare. Dobbiamo per forza, obbligatoriamente, capire come salvare il salvabile, ma soprattutto capire chi sono i responsabili, quali sono le aziende che in maniera delinquenziale hanno creato questa voragine sociale in quel territorio.

Non possiamo stare fermi. Spero che quello che si è detto oggi, che gli Assessori hanno espresso prima del mio intervento, possa avvenire prima possibile, che le Commissioni si rendano partecipi del controllo su quello che fanno la Regione Lazio e il Governo, ma che soprattutto siano pesantemente presenti insieme ai cittadini di quelle zone e ai comitati spontanei. C’è anche il comitato dei medici di famiglia per l’ambiente che sta lavorando pesantemente per cercare delle soluzioni. Addirittura, ha incrementato i rilevatori nelle città dove insiste questo problema.

Dobbiamo! Dobbiamo! Dobbiamo! Dobbiamo essere celeri. Dobbiamo dare questa benedetta risposta, ma soprattutto quello che dobbiamo dare una volta per tutte è anche che Zingaretti dia attuazione alle sue mansioni, ossia di trovare il responsabile o colui che non ha controllato, non ha fatto il proprio dovere su quel territorio, e faccia capire alla magistratura, e soprattutto al popolo, che deve pagare per quello che non ha fatto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Novelli. Ne ha facoltà.

NOVELLI (M5s). Grazie, Presidente. Accolgo con favore gli interventi su questo tema che siano fuori dal colore politico e dalle appartenenze politiche.

Quando si parla di ambiente, non c’è colore che tenga. Quindi, stare qui a dire chi ha sbagliato, chi non ha sbagliato, penso sia un po’ fine a se stesso. È invece ora di dare delle risposte ai cittadini di quel territorio. Per quello che riguarda quel territorio, è un territorio che da troppi anni subisce degli sfregi ambientali, che ormai si sono trasformati in disastri ambientali, con la responsabilità un po’ di tutti, anche dei privati, perché ci sono molti imprenditori ligi alle regole, ma tanti altri che, invece, preferiscono il profitto, quindi più facilmente sversano liquami e quant’altro all’interno di corsi d’acqua e, nel caso specifico, nel fiume Sacco. La responsabilità è anche della politica, di tutta la politica, ma ripeto: non intendo adesso stare qui a dire chi è bello e chi è brutto, chi ha sbagliato e chi non ha sbagliato, io passerei oltre.

Questo Consiglio regionale straordinario, come ha detto anche chi mi ha preceduto, il consigliere Righini, nasce dall’audizione del 6 dicembre 2018 in VIII Commissione, dove abbiamo audito il grido di dolore dei territori, come per esempio quello del Sindaco di Ceccano, che addirittura ci ha portato una delibera sullo stato di calamità del suo Comune, Colleferro con tutto il problema della FOS, Ceprano con cinque siti attivi e oggi un altro in valutazione AIA e Anagni anche, con il depuratore che ormai da troppi anni è fermo.

Abbiamo ascoltato anche chi è in prima linea, quindi anche le Istituzioni, dunque la Provincia di Frosinone, il Presidente dell’ASI e anche la Polizia provinciale, tutta gente che è in prima linea e che da anni cerca di arginare questo disastro ambientale, e queste persone non devono essere lasciate sole, abbiamo il dovere di non lasciarle sole.

L’assessore Valeriani prima ci ha dato una notizia: prossimamente, in data 7 marzo, su per giù, verrà firmato questo protocollo d’intesa. Ebbene, sono riuscito ad averlo e me lo sono studiato approfonditamente, e devo dire che è un documento ben fatto. Quindi, invito la Giunta a firmarlo, a firmarlo convintamente, perché penso che sia veramente un ottimo lavoro.

La Regione, con questo protocollo d’intesa, si erge a protagonista, diventa responsabile unico dell’attuazione. Quindi, tutto quello che è stato detto, quindi tutti i diciassette progetti che noi troviamo qui, finanziati o non finanziati, comunque sono progetti che sono stati presentati, passeranno qui per la Regione. Ecco, noi qui dobbiamo essere bravi a dare risposte sul territorio, dobbiamo essere bravi finalmente a dare un segnale sul territorio, perché di tutto ciò che è scritto su carta, che va benissimo, non abbiamo oggi contezza sui territori, i cittadini non riescono a toccarlo. Quindi, tutto quello che qui è scritto, che va bene, da domani si deve trasportare sui territori, per far vedere che effettivamente la politica dà una risposta.

Nel protocollo d’intesa, inoltre, c’è anche il cronoprogramma. Quindi, consigliere Tripodi, mi rivolgo a lei che chiedeva un cronoprogramma, all’ultima pagina si trova il cronoprogramma di tutti i progetti che sono stati finanziati e di quelli che dovranno essere finanziati, tra cui il più lontano è quello della messa in sicurezza di Arpa2, che dovrebbe finire a fine 2020.

Quindi, secondo me e secondo noi, oggi dobbiamo dare un segnale forte, quindi anche il Consiglio regionale deve essere a fianco alla Giunta e al Ministero per dare un segnale forte e soprattutto di compattezza, perché non smetterò mai di dire che l’ambiente non può e non deve avere colore politico.

Alcune proposte che abbiamo portato all’attenzione di tutti quanti sono nell’ordine del giorno che abbiamo protocollato, che naturalmente è un ordine del giorno assolutamente aperto a tutti e a qualsiasi intervento.

Lasciando da parte il protocollo d’intesa – e qui mi rivolgo all’assessore Onorati – sono andato a vedere il piano delle bonifiche e del recupero delle aree inquinanti. Purtroppo questo è un piano che è fermo al 2012, quindi sarebbe il caso di riuscire a portare in Commissione nel più breve tempo possibile il rinnovo, quindi la modifica, di questo documento che è fondamentale. È un po’ come il Piano di tutela delle acque, soltanto che qui sopra ci sono catalogati tutti quanti i siti e tutte quante le aree dei siti inquinati da bonificare. Tuttavia, naturalmente qui dentro ci sono tabelle che risalgono al 2002 o al 2003. I siti della Valle del Sacco sono fermi al 2002. Allora magari un impegno che può arrivare da questi banchi verso la Giunta è quello di cominciare a lavorare su questo testo, anche insieme, anche in Commissione, non c’è problema. Anche questo sarebbe un forte segnale, perché questo è un documento che comincia a essere un po’ vetusto.

Inoltre, si parlava di moratoria per quanto riguarda le nuove autorizzazioni integrate ambientali. Nella Commissione che abbiamo fatto il 6 dicembre l’ingegner Tosini ci diceva che tecnicamente non era possibile fare una sorta di moratoria, perché naturalmente, nel bene o nel male, comunque tutte devono avere una risposta.

Allora, proprio sotto il suo consiglio, propedeutici al rifacimento e, quindi, all’aggiornamento di questo piano di bonifica, si potrebbero mettere dei criteri oggettivi per il rilascio delle nuove AIA, dove magari fare un focus specifico e mettere delle condizioni specifiche per capire la pressione ambientale dei vari territori. Infatti, se un territorio ha dato già tanto sotto il punto di vista ambientale, è inutile continuare a inserire altri impianti dove ormai la saturazione è massima e, quindi, il grado di inquinamento diventa effettivamente poi da disastro ambientale, come è stato in tutta la Valle del Sacco e in tutta la provincia del Frusinate.

Un’altra cosa che ho notato sull’accordo di programma è che manca un discorso di controlli. Nella relazione della Commissione, che è stata fatta il 6 dicembre scorso, si diceva che, tra gli altri interventi, un altro intervento particolarmente importante era quello di costituire una task force per il rispetto del principio del “chi inquina paga”. L’impegno che noi chiediamo alla Giunta è di creare proprio una task force che supporti la Polizia provinciale di Frosinone nei controlli, non tanto nei controlli di come verranno svolti i vari progetti di bonifica, ma anche di chi sta inquinando e di chi ancora continua a sversare liquami all’interno del fiume Sacco e dei vari rivoli che portano al Sacco, anche perché la Polizia provinciale comincia a essere un po’ scarna di personale, quindi cerchiamo di aiutarli.

Quello che mi auguro quindi è che oggi si esca, se non con un documento unico, con tutti gli ordini del giorno votati, perché sono tutti ordini del giorno molto costruttivi. Il nostro dovere è quello di tutelare l’ambiente: noi dobbiamo salvaguardare questo ambiente non tanto per noi, ma per coloro che arriveranno successivamente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Mattia. Ne ha facoltà.

MATTIA (Pd). Grazie, Presidente. Oggi torniamo di nuovo a parlare della Valle del Sacco, e voglio ringraziare anche il proponente per questo Consiglio regionale.

La Valle del Sacco è un territorio che sconta pesantemente i costi ambientali e sociali di un modello di sviluppo vecchio, che ha provocato i danni che tutti conosciamo, e che dal 2006 lo costringe a vivere in uno stato di emergenza socio-economico ed ambientale. Come è noto a tutti, e mi preme ricordarlo, stiamo parlando di un fiume che dalla Valle del Sacco si estende nella provincia di Frosinone, ed è tra i più inquinati d’Europa, con un’elevata presenza di beta-esaclorocicloesano, cioè scarti di lavorazione della produzione di insetticida (il lindano). Ma non solo il fiume è avvelenato, lo sono anche terreni agricoli vicini, allagati da frequenti esondazioni, come dimostra l’abbattimento di tanti capi di bestiame, l’abbandono di pascoli, la distruzione dei prodotti agricoli contaminati, la conseguente chiusura di decine di aziende agricole.

Gli studi in questi anni hanno inoltre dimostrato importanti connessioni tra l’inquinamento ambientale della Valle del Sacco e l’incremento di patologie tumorali nell’aria. È per questo che si è deciso di avviare una stagione di bonifica e di recupero della Valle.

Io voglio aggiungere che nella città di Colleferro, oltre al grave inquinamento della Valle del Sacco, abbiamo anche una discarica che ha chiuso il Parco Naturale della Selva di Paliano, e due termovalorizzatori. Ricordo che sono stati abbattuti negli anni 3.000 capi di bestiame, latte e formaggi sono stati ritirati dal mercato e ci sono ancora donne e uomini che hanno il beta-esaclorocicloesano nel corpo e sono sottoposti a trattamenti.

Nel ringraziare ancora il Centrodestra per aver proposto questo Consiglio regionale, voglio anche però chiedergli una cosa: come si può venire qui, nell’ultimo Consiglio, e criticare le linee del piano dei rifiuti che prevedono la chiusura dei termovalorizzatori di Colleferro, che sono una delle cause che avvelena la salute di quella popolazione, e poi chiedere un Consiglio regionale sulla Valle del Sacco? Le due cose non combaciano…

(Interruzione del consigliere Righini)

PRESIDENTE. Consigliere Righini, per favore!

MATTIA (Pd). C’è chi ha detto di no, ma c’è chi invece…

PRESIDENTE. Consigliera Mattia! Consigliera Mattia! Si rivolga alla Presidenza!

Consigliere Righini! Consiglieri, per favore! Prego, Consigliera.

MATTIA (Pd). Inoltre, ricordo complessivamente…

(Interruzione di un consigliere)

…Ciacciarelli, scusi, c’è poco da ridere perché lei viene da quelle terre… Già prima…

(Interruzione di un consigliere)

PRESIDENTE. Consigliera Mattia, si rivolta alla Presidenza! Consiglieri per favore! Per favore!

MATTIA (Pd). Come abbiamo detto…

PRESIDENTE. Consigliera Mattia si rivolga alla Presidenza!

MATTIA (Pd). Sì, le chiedo scusa. Ricordo c